“lascia il segno giusto”

15 maggio 2015
Ha preso avvio la campagna Lascia il segno giusto, in occasione dell’istituzione della prima Giornata regionale contro il maltrattamento all’infanzia e all’adolescenza
Si tratta di un’importante iniziativa proposta dal tavolo regionale “Un welfare per i minori”, rivolta a chiunque opera con i bambini e i ragazzi, ma soprattutto ai nostri territori, alle istituzioni, alle nostre comunità, ai cittadini.
Vi invitiamo a prendere visione degli eventi promossi dalle varie associazioni:
La nostra associazione ha organizzato assieme all’Associazione APGXXIII per il 15 maggio a Ponte di Brenta una serata incontro-confronto sul tema –  l’ingresso è gratuito,
sarà occasione comune per trattare un argomento a noi caro e sentire la voce di esperti nella Tutela di Minori per avviare un confronto utile all’esperienza dell’accoglienza.

bambini in affido

Tutto quello che c’è da sapere per dare una famiglia a chi non ce l’ha

Nei primi anni di vita i bambini dipendono dagli adulti. Da loro ricevono non solo il sostentamento materiale e affettivo ma anche i codici per interpretare la vita e orientarsi all’interno di essa. Crescendo, il confronto con gli adulti è indispensabile agli adolescenti per prendere coscienza della propria identità, dei desideri e degli interessi. È a partire dalle loro proposte che riescono, spesso per contrapposizione, a individuare la propria voce.

Nel percorso di crescita, tutto è possibile, anche attraversare un’infanzia senza adulti di riferimento o al fianco di adulti non disponibili. Le risorse interiori di ognuno sono potenzialmente infinite e così la creatività per inventare vie di trasformazione. È’ possibile però anche custodire il benessere del minore e adoperarsi attivamente per garantirgli una crescita il più possibile equilibrata, intervenendo quando le condizioni domestiche in cui si trova lo stanno danneggiando. Questo manuale nasce con il convincimento che il minore abbia diritto a un’infanzia protetta e sicura. Secondo noi la famiglia, intesa come nucleo affettivo composto da una o più figure adulte stabili di riferimento, è il luogo più adatto a questo scopo. La famiglia d’origine lo rimane anche quando è imperfetta, perché il vincolo di sangue trasmette un nutrimento che supera le barriere della ragione. Quando però essa diviene lesiva, per motivi di cui può essere o meno responsabile, il rispetto del diritto del minore a un’infanzia equilibrata impone un intervento esterno. L’affidamento familiare si inserisce in questa fase offrendo un’opportunità preziosa per tutte le parti coinvolte. Per i genitori, che allontanati dal figlio hanno un tempo a disposizione per impegnarsi a risanare la situazione di disagio. Per i figli, che continuano a sperimentare la dimensione intima della famiglia in un contesto diverso da quello conosciuto, capace di dare loro sia il nutrimento affettivo necessario a contenere la sofferenza, sia spunti nuovi per uno sviluppo psicofisico armonioso. Abbiamo realizzato questo manuale cercando di cogliere e trasmettere lo spirito della normativa italiana sull’affidamento familiare, che è quello di mettere il minore al centro e di avvicinarsi alla sua famiglia per aiutarla a diventare o tornare a essere in grado di offrirgli un ambiente sano e nutriente. In quest’ottica,

gli affidatari si mettono a servizio di un progetto collettivo, con un atteggiamento di umiltà e gratuità che ha un valore incommensurabile. Le pagine che seguono analizzano l’istituto dal punto di vista delle diverse figure in esso coinvolte. Innanzitutto il minore e poi la sua famiglia. Seguono i servizi sociali, che coordinano i vari passaggi, gli affidatari, che operano nel quotidiano per il benessere del minore, e le associazioni, che garantiscono un supporto e un orientamento al delicato compito degli affidatari. Ogni voce è rafforzata da contributi di psicologi e testimonianze dirette. Infine, prima di presentare la normativa italiana sull’argomento, abbiamo preparato un capitolo di utilità pratica, dove abbiamo descritto alcuni strumenti per avvicinarsi al minore e sostenerlo nell’elaborazione del proprio vissuto attraverso il linguaggio, l’espressività corporea, il contatto fisico, la creatività, il gioco e la possibilità di ascoltare racconti a tema.

 

MICHELA REBELLATO

BARBARA PIANCA

l’aggressività nei bambini

La psiche del bambino è per sua natura molto più emotiva ed istintiva perché le strutture della corteccia cerebrale non hanno ancora finito di strutturarsi, quindi il bambino non ha ancora la capacità di trattenere le reazioni emotive, di inibire certi comportamenti, di evitare certe battute, di esprimere con il linguaggio i propri stati d’animo,
non ha la possibilità di avere un totale autocontrollo di sé, perché il cervello non è ancora maturo. Noi adulti istintivamente sappiamo questo e accettiamo di buon grado dei comportamenti istintivi del bambino perché sappiamo che è un bimbo e deve imparare attraverso l’esperienza e le regole e spesso troviamo anche divertente la sua spontaneità che noi abbiamo perduto. Per questo motivo la psiche infantile è una spugna, assorbe tutte le emozioni che sente intorno, ma siccome non le può ancora riconoscere e tanto meno sa razionalizzare ciò che sta accadendo intorno e dentro di lui, queste emozioni vengono vissute attraverso il corpo ed espresse con il comportamento. Ecco che, se un bimbo sente una tensione in casa tra i genitori, o la preoccupazione, o la paura, l’ansia, la rabbia della mamma, del papà, dei nonni, dei fratelli, lui la vive di pancia senza filtri e prova paura, prova disagio, prova impotenza e spesso si sente in colpa perché crede di essere la causa del disagio dei genitori. Istintivamente il bambino ha dei comportamenti inconsci che tendono a riparare il disagio emotivo che i genitori vivono, e per fare questo può istintivamente mettere in atto dei comportamenti aggressivi, strani, fare i capricci, rifiutarsi di mangiare, di fare i compiti, per attirare su di sé l’attenzione, per sviare i genitori dal problema o per prendere su di sé l’aggressività del genitore ( piuttosto di vedere i genitori che stanno male o litigano, il bambino si sacrifica lui istintivamente credendo di risolvere la situazione). Un bambino è aggressivo sostanzialmente perché è profondamente infelice.

I comportamenti aggressivi dei bambini quindi dipendono per la maggior parte, in bambini normali ( i bambini con disturbi di personalità, sindromi neurologiche sono ancora più sensibili) da un accumulo di tensione nervosa che assorbono dall’ambiente casa, scuola, famiglia, amici, e che devono scaricare a livello fisico, altrimenti la sofferenza sarebbe insopportabile. Purtroppo spesso neppure gli adulti sono consapevoli del tutto dei loro problemi personali o di coppia e procedono nella quotidianità travolti dai ritmi frenetici del lavoro e dalla gestione familiare con un livello di tensione tale che per loro diventa l’abitudine, ma il bambino, che ha ancora un’emotività sana, sente tutta la tensione e la paura che i genitori hanno smesso di ascoltare.

Il problema dei bambini è che spesso non hanno la possibilità di esprimersi con il linguaggio, se sono piccoli non lo possono fare, se sono più grandicelli però lo sanno fare benissimo, e molto spesso noi adulti, pensando che non conoscano le ragioni delle loro emozioni ( semplicemente perché noi abbiamo smesso di conoscerle), non chiediamo a loro direttamente “perché sei arrabbiato?”, spesso facciamo noi delle ipotesi, o lo portiamo dallo specialista ( al quale racconta il suo disagio perché trova un luogo accogliente di ascolto e una competenza comunicativa dello specialista). Prima di ogni intervento specialistico è sempre meglio mettersi con calma con il proprio figlio a parlare da soli per capire meglio cosa lo turba e cercare di rassicurarlo o spiegare la situazione nei limiti in cui la si può condividere con un bambino. Il bambino quando la mamma o il papà dedicano del tempo personalmente a lui è molto felice e si apre, sviluppa cosi anche la capacità di riflettere su di sé, di conoscersi, di dialogare in un modo intimo e profondo con un altro individuo, forse la capacità più vitale e più bella di cui l’essere umano sia capace: la condivisione.

Emanuela Pasin 11.03.2015 Bassano del grappa (VI)
www.emanuelapasin.com
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