DAL TAVOLO NAZIONALE
In questi giorni l’Aula del Senato discuterà il ddl 1209 che va a modificare la legge 184/83 su affido e adozione che da oggi potrebbe cambiare. Il Tavolo nazionale delle associazioni impegnate sull’affido chiede di non procedere
Il giorno 10 marzo 2015 alle 16,30 l’Aula del Senato discuterà il ddl 1209 che va a modificare la legge 184/83 su affido e adozione. Si tratta di un ddl nato per rispettare le relazioni affettive che nascono fra un minore e la sua famiglia affidataria, tenendo conto che oltre il 60% degli affidi durano ben più dei due anni previsti dalla legge. Nel caso in cui, al termine del periodo di affido, il minore non potesse rientrare nella sua famiglia d’origine e il giudice decidesse l’adozione, la famiglia affidataria potrebbe – questa la novità – adottare quel bambino, senza nuove fratture, senza nuovi traumi, senza dover ricominciare tutto daccapo. Non sarebbe una strada obbligata, ma una possibilità, da cogliere là dove questo fosse il bene del bambino.
Ora, in Italia l’affido è aperto anche alle persone single, l’adozione no. La legge cioè prevede condizioni e requisiti diversi per i due istituti, a cominciare dal fatto che per “candidarsi” ad adottare un minore è necessario essere una coppia sposata o stabilmente convivente. Creando una possibilità di continuità fra affido e adozioni, di conseguenza, si deve scegliere se questa apertura vale per tutti gli affidatari o solo per le coppie che possiedono sì requisiti per l’affido ma pure quelli per l’adozione.
Il testo unificato uscito dalla Commissione Giustizia del Senato e che si presenta oggi in Aula prevede che l’affido lungo possa trasformarsi in adozione solo là dove la famiglia affidataria abbia i requisiti necessari per essere famiglia adottiva. Ma l’arrivo in Senato riapre la discussione e infatti, attraverso gli emendamenti presentati, si tornerà da oggi a discutere dell’opportunità di aprire le adozioni anche ai single che hanno già avuto un minore in affido.
Il Tavolo Nazionale Affido, un organismo di raccordo tra le 14 principali associazioni nazionali e reti nazionali e regionali di famiglie affidatarie, esprime oggi una forte preoccupazione l’emendamento che propone di eliminare, dall’art. 1, comma 1, capoverso 5-bis. del Ddl, la dicitura «sussistendo i requisiti previsti dall’articolo 6». Già nel suo documento precedente il Tavolo Nazionale Affido aveva affermato che «il passaggio dall’essere famiglia affidataria di un minorenne al divenirne famiglia adottiva, tema assai rilevante e complesso, si ritiene adeguatamente circoscritto ai soli casi in cui gli affidatari siano in possesso dei requisiti previsti dall’articolo 6 della legge 184/83 (l’essere coniugati e il dimostrare la stabilità del rapporto di coppia, il possedere una certa differenza di età con il minorenne) il che evita improprie derive verso l’adozione di minorenni da parte di persone single o anziane».
Il rischio che il Tavolo ravvisa è la riduzione dell’affido ad una “scorciatoia” per l’adozione, che verrebbe di fatto estesa a soggetti privi dei requisiti previsti dall’attuale normativa in tema di adozione introducendo una modifica fondata unicamente sul fatto che la dichiarazione di adottabilità intervenga durante un percorso di affido.
Il Tavolo chiede pertanto la non approvazione di tale emendamento, ritenendo indispensabile il mantenimento della dicitura precedente, anche perché la normativa in vigore (art. 44 lett. d) Legge n. 183/1984) già consente “in casi particolari” l’adozione da parte dell’affidatario single, che può essere pronunciata dal Tribunale per i minorenni, “tenuto conto dei legami affettivi significativi e del rapporto stabile e duraturo consolidatosi” tra il minore affidato , dichiarato adottabile e l’affidatario stesso”.
Le organizzazioni del Tavolo Nazionale Affido sono: Ai.Bi. (Associazione Amici dei Bambini), ANFAA (Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie), Ass. COMETA, Ass. COMUNITÀ PAPA GIOVANNI XXIII, Ass. FAMIGLIE PER L’ACCOGLIENZA, CAM (Centro Ausiliario per i problemi minorili – Milano), BATYA (Associazione per l’Accoglienza, l’Affidamento e l’Adozione), CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza), COORDINAMENTO AFFIDO ROMA (Coordinamento degli Organismi del Privato Sociale iscritti all’albo per l’affido del Comune di Roma), COREMI – FVG (Coordinamento Regionale Tutela Minori del Friuli Venezia Giulia), PROGETTO FAMIGLIA (Federazione di enti no-profit per i minori e la famiglia), UBI MINOR (Coordinamento per la tutela dei diritti dei bambini e dei ragazzi – Toscana). Reti Osservatrici: ANFN (Associazione Nazionale Famiglie Numerose). Il coordinamento CARE non ha invece sottoscritto il documento.