Archivio mensile:Marzo 2015

l’aggressività nei bambini

La psiche del bambino è per sua natura molto più emotiva ed istintiva perché le strutture della corteccia cerebrale non hanno ancora finito di strutturarsi, quindi il bambino non ha ancora la capacità di trattenere le reazioni emotive, di inibire certi comportamenti, di evitare certe battute, di esprimere con il linguaggio i propri stati d’animo,
non ha la possibilità di avere un totale autocontrollo di sé, perché il cervello non è ancora maturo. Noi adulti istintivamente sappiamo questo e accettiamo di buon grado dei comportamenti istintivi del bambino perché sappiamo che è un bimbo e deve imparare attraverso l’esperienza e le regole e spesso troviamo anche divertente la sua spontaneità che noi abbiamo perduto. Per questo motivo la psiche infantile è una spugna, assorbe tutte le emozioni che sente intorno, ma siccome non le può ancora riconoscere e tanto meno sa razionalizzare ciò che sta accadendo intorno e dentro di lui, queste emozioni vengono vissute attraverso il corpo ed espresse con il comportamento. Ecco che, se un bimbo sente una tensione in casa tra i genitori, o la preoccupazione, o la paura, l’ansia, la rabbia della mamma, del papà, dei nonni, dei fratelli, lui la vive di pancia senza filtri e prova paura, prova disagio, prova impotenza e spesso si sente in colpa perché crede di essere la causa del disagio dei genitori. Istintivamente il bambino ha dei comportamenti inconsci che tendono a riparare il disagio emotivo che i genitori vivono, e per fare questo può istintivamente mettere in atto dei comportamenti aggressivi, strani, fare i capricci, rifiutarsi di mangiare, di fare i compiti, per attirare su di sé l’attenzione, per sviare i genitori dal problema o per prendere su di sé l’aggressività del genitore ( piuttosto di vedere i genitori che stanno male o litigano, il bambino si sacrifica lui istintivamente credendo di risolvere la situazione). Un bambino è aggressivo sostanzialmente perché è profondamente infelice.

I comportamenti aggressivi dei bambini quindi dipendono per la maggior parte, in bambini normali ( i bambini con disturbi di personalità, sindromi neurologiche sono ancora più sensibili) da un accumulo di tensione nervosa che assorbono dall’ambiente casa, scuola, famiglia, amici, e che devono scaricare a livello fisico, altrimenti la sofferenza sarebbe insopportabile. Purtroppo spesso neppure gli adulti sono consapevoli del tutto dei loro problemi personali o di coppia e procedono nella quotidianità travolti dai ritmi frenetici del lavoro e dalla gestione familiare con un livello di tensione tale che per loro diventa l’abitudine, ma il bambino, che ha ancora un’emotività sana, sente tutta la tensione e la paura che i genitori hanno smesso di ascoltare.

Il problema dei bambini è che spesso non hanno la possibilità di esprimersi con il linguaggio, se sono piccoli non lo possono fare, se sono più grandicelli però lo sanno fare benissimo, e molto spesso noi adulti, pensando che non conoscano le ragioni delle loro emozioni ( semplicemente perché noi abbiamo smesso di conoscerle), non chiediamo a loro direttamente “perché sei arrabbiato?”, spesso facciamo noi delle ipotesi, o lo portiamo dallo specialista ( al quale racconta il suo disagio perché trova un luogo accogliente di ascolto e una competenza comunicativa dello specialista). Prima di ogni intervento specialistico è sempre meglio mettersi con calma con il proprio figlio a parlare da soli per capire meglio cosa lo turba e cercare di rassicurarlo o spiegare la situazione nei limiti in cui la si può condividere con un bambino. Il bambino quando la mamma o il papà dedicano del tempo personalmente a lui è molto felice e si apre, sviluppa cosi anche la capacità di riflettere su di sé, di conoscersi, di dialogare in un modo intimo e profondo con un altro individuo, forse la capacità più vitale e più bella di cui l’essere umano sia capace: la condivisione.

Emanuela Pasin 11.03.2015 Bassano del grappa (VI)
www.emanuelapasin.com
per ulteriori informazioni prenota un colloquio tel.333.9679689

 

adozione e affido

DAL TAVOLO NAZIONALE

In questi giorni l’Aula del Senato discuterà il ddl 1209 che va a modificare la legge 184/83 su affido e adozione che da oggi potrebbe cambiare. Il Tavolo nazionale delle associazioni impegnate sull’affido chiede di non procedere

Il giorno 10 marzo 2015 alle 16,30 l’Aula del Senato discuterà il ddl 1209 che va a modificare la legge 184/83 su affido e adozione. Si tratta di un ddl nato per rispettare le relazioni affettive che nascono fra un minore e la sua famiglia affidataria, tenendo conto che oltre il 60% degli affidi durano ben più dei due anni previsti dalla legge. Nel caso in cui, al termine del periodo di affido, il minore non potesse rientrare nella sua famiglia d’origine e il giudice decidesse l’adozione, la famiglia affidataria potrebbe – questa la novità – adottare quel bambino, senza nuove fratture, senza nuovi traumi, senza dover ricominciare tutto daccapo. Non sarebbe una strada obbligata, ma una possibilità, da cogliere là dove questo fosse il bene del bambino.

Ora, in Italia l’affido è aperto anche alle persone single, l’adozione no. La legge cioè prevede condizioni e requisiti diversi per i due istituti, a cominciare dal fatto che per “candidarsi” ad adottare un minore è necessario essere una coppia sposata o stabilmente convivente. Creando una possibilità di continuità fra affido e adozioni, di conseguenza, si deve scegliere se questa apertura vale per tutti gli affidatari o solo per le coppie che possiedono sì requisiti per l’affido ma pure quelli per l’adozione.

Il testo unificato uscito dalla Commissione Giustizia del Senato e che si presenta oggi in Aula prevede che l’affido lungo possa trasformarsi in adozione solo là dove la famiglia affidataria abbia i requisiti necessari per essere famiglia adottiva. Ma l’arrivo in Senato riapre la discussione e infatti, attraverso gli emendamenti presentati, si tornerà da oggi a discutere dell’opportunità di aprire le adozioni anche ai single che hanno già avuto un minore in affido.

Il Tavolo Nazionale Affido, un organismo di raccordo tra le 14 principali associazioni nazionali e reti nazionali e regionali di famiglie affidatarie, esprime oggi una forte preoccupazione l’emendamento che propone di eliminare, dall’art. 1, comma 1, capoverso 5-bis. del Ddl, la dicitura «sussistendo i requisiti previsti dall’articolo 6». Già nel suo documento precedente il Tavolo Nazionale Affido aveva affermato che «il passaggio dall’essere famiglia affidataria di un minorenne al divenirne famiglia adottiva, tema assai rilevante e complesso, si ritiene adeguatamente circoscritto ai soli casi in cui gli affidatari siano in possesso dei requisiti previsti dall’articolo 6 della legge 184/83 (l’essere coniugati e il dimostrare la stabilità del rapporto di coppia, il possedere una certa differenza di età con il minorenne) il che evita improprie derive verso l’adozione di minorenni da parte di persone single o anziane».

Il rischio che il Tavolo ravvisa è la riduzione dell’affido ad una “scorciatoia” per l’adozione, che verrebbe di fatto estesa a soggetti privi dei requisiti previsti dall’attuale normativa in tema di adozione introducendo una modifica fondata unicamente sul fatto che la dichiarazione di adottabilità intervenga durante un percorso di affido.

Il Tavolo chiede pertanto la non approvazione di tale emendamento, ritenendo indispensabile il mantenimento della dicitura precedente, anche perché la normativa in vigore (art. 44 lett. d) Legge n. 183/1984) già consente “in casi particolari” l’adozione da parte dell’affidatario single, che può essere pronunciata dal Tribunale per i minorenni, “tenuto conto dei legami affettivi significativi e del rapporto stabile e duraturo consolidatosi” tra il minore affidato , dichiarato adottabile e l’affidatario stesso”.

 

Le organizzazioni del Tavolo Nazionale Affido
 sono: Ai.Bi. (Associazione Amici dei Bambini), ANFAA (Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie), Ass. COMETA, Ass. COMUNITÀ PAPA GIOVANNI XXIII, Ass. FAMIGLIE PER L’ACCOGLIENZA, CAM (Centro Ausiliario per i problemi minorili – Milano), BATYA (Associazione per l’Accoglienza, l’Affidamento e l’Adozione), CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza), COORDINAMENTO AFFIDO ROMA (Coordinamento degli Organismi del Privato Sociale iscritti all’albo per l’affido del Comune di Roma), COREMI – FVG (Coordinamento Regionale Tutela Minori del Friuli Venezia Giulia), PROGETTO FAMIGLIA (Federazione di enti no-profit per i minori e la famiglia), UBI MINOR (Coordinamento per la tutela dei diritti dei bambini e dei ragazzi – Toscana). Reti Osservatrici: ANFN (Associazione Nazionale Famiglie Numerose). Il coordinamento CARE non ha invece sottoscritto il documento.

 

cambio scambio

Abbiamo creato per i soci della “Casa di Oreste” uno spazio per rendere concreto uno dei pilastri dell’associazione, l’aiuto e lo scambio gratuito di oggetti, vestiti etc…, sappiamo che per molte accoglienze i tempi per organizzare concretamente le nostre case sono “stretti” .

Potete richiedere una lista di oggetti appartenenti alla rete familiare, donati gratuitamente e come tali possono essere scambiati e usati creando così uno scambio continuo, che già avviene ma che vorremmo renderlo più efficiente.

Basterà inviarci una mail con la breve descrizione del prodotto di cui avete bisogno.

„Il di più va misurato su quello che manca agli altri, non da quello che rimane a te. Il rinunciare al superfluo secondo il vangelo sta nel riempire il piatto vuoto dell’altro.“  O.B.